summerland by michael chabon

summerland by michael chabon

autore:michael chabon [chabon, michael]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ragazzi
editore: MyBookLibrary
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


CAPITOLO 13

Gli intrusi nella Collina dei Denti di Leone

L'interno di un poggio magico, come Thor Wignutt spiegò a Ethan, si dipana invariabilmente sul piano di una spirale. Nel caso di una grande corte ferisher come Caer Sidhe, Lyonesse o i Campi della Sera, possono esserci molte colline, e spirali collegate ad altre spirali che a loro volta si intrecciano ad altre spirali, in un vasto e complicato labirinto di gallerie. Ma la corte di Filaree, Regina della Collina dei Denti di Leone, era un poggio ferisher comune, grezzo e semplice. Non riveste alcun ruolo nelle leggende o nelle storie, a parte questa, e fino alla comparsa della principessa traditrice Rosaragno, nessun personaggio o eroe di rilievo era mai emerso entro i suoi confini. Quando Ethan e Thor furono dall'altro lato della porta, quindi, fu subito chiaro che c'era solo una direzione da prendere: verso l'alto. La cella dov'erano stati rinchiusi era la camera più profonda della collina: la spirale moriva, per così dire, davanti alla sua porta. Risaliva in lunghi, dolci, ma sempre più stretti anelli fino alla sala del consiglio alla sommità, nel solito, prevedibile stile ferisher. Ma la cosa più affascinante della situazione in cui si trovavano, mentre percorrevano la galleria in cerca del bastone perduto di Ethan, era che Thor Wignutt sapeva spiegare tutto. Stava sussurrando, dunque era difficile stabilirlo con certezza, ma sembrava che la sua voce avesse perso, finalmente, quella piattezza irritante che assumeva quando faceva TW03 e spiegava le correnti ascensionali, o come si può ridurre un essere umano a un diagramma su un foglio di carta, se necessario. Stava soltanto parlando con la sua solita voce un po' roca. Ethan provò una strana tristezza. Certo, non era divertente sentirsi chiamare "Capitano" di continuo ed essere costantemente informato delle coordinate di questo e delle emissioni di ioni di quest'altro. Eppure c'era qualcosa di buono nel modo in cui Thor si sforzava sempre di comportarsi come un vero essere umano. Che era molto di più di quanto non facesse certa gente. Il vero significato di quello che Taffy aveva rivelato nella cella – che in effetti Thor non era un vero essere umano – be', in quel momento era un po' troppo da accettare per Ethan.

Nel corso della risalita passarono davanti a decine e decine di piccole porte ferisher, la maggior parte delle quali intagliate a disegni di quelle che potevano essere piante rampicanti o fiamme o lettere che formavano un incantesimo. Molte porte erano socchiuse, altre addirittura aperte. Le stanze – cucine e dispense, camere da letto e saloni, sale da gioco e gallerie – erano state abbandonate in fretta e furia per l'adunata del consiglio. File di piccole finestre lasciavano entrare la luce del pomeriggio, anche se Ethan era sicuro di non aver visto finestre all'esterno del poggio.

«Finestre incantate» disse Thor, passando la mano attraverso un fascio obliquo di polvere illuminata.

«È così che si chiamano davvero, o te lo sei inventato adesso?»

Thor soppesò la domanda, col testone dall'espressione seria inclinato da un lato.

«Non lo so proprio» disse.



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